EDIFICI RELIGIOSI
- La chiesa della Madonna del Piano
- Collegiata di San Francesco
- Santuario diocesano di Santa Maria Goretti
- Chiesa del Suffragio
- Chiesa della Madonna Addolorata
- Campanile di San Pietro
- Chiesa di Sant'Anna
- Santuario della Madonna dell'Incancellata
- Chiesa di San Giovanni e convento dei cappuccini
- Chiesa di Santa Maria della Misericordia e le chiese di campagna
Chiesa della Madonna del Piano
La chiesa di Santa Maria del Piano e la
più antica testimonianza architettonica di Corinaldo e la
chiesa più antica anche della diocesi di Senigallia.
L'abside della chiesa e i resti della cripta collocano l'edificio a
cavallo tra il V e il VI secolo. Lo stesso precedente toponimo di
Santa Maria in Portuno testimonia l'esistenza in quel luogo di un
tempio pagano dedicato al culto del Dio Portuno, divinità
fluviale. La chiesa, che nel corso dei sec
oli a subito profonde modificazioni, nell'alto medioevo fu
sicuramente il luogo sacro più importante e ricco del
territorio corinaldese. Appartenuta al monastero avellanita prima e
al Collegio Germanico poi subì nel corso della sua lunga
vita molteplici modificazione. In origine la chiesa era a tre
navate e con un cripta sottostante interrata. Altri interventi, che
ne alterarono le caratteristiche originarie, vennero eseguiti nel
Settecento e nell'Ottocento sia nella chiesa che nelle strutture
adiacenti. L'edificio si presenta oggi ad un'unica navata con tetto
a capriate e abside. Sulla parete destra sono state ritrovate tre
colonne di epoca romana che in origine dividevano la navata
centrale da quella di destra ora inglobata nell'edificio adiacente.
Nell'altare marmoreo, forse qui trasferito probabilmente in
occasione della distruzione della chiese di San Pietro di
Corinaldo, si conserva un affresco raffigurante la Madonna del Buon
Conforto datato 1540 attribuibile alla scuola di Vincenzo Pagani. A
sinistra ci sono due affreschi quattrocenteschi opera di un ignoto
artista locale raffiguranti la Madonna del Latte. Nell'abside si
conserva una Maddalena ai piedi della Croce, opera di grande
intensità espressiva di Claudio Ridolfi.
A partire dal 2001 sono state avviate le ricerche e gli scavi dal
dipartimento di Archelogia dell' Università di Bologna in
collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche.
Gli scavi, tuttora in atto, oltre alle diverse stratificazioni
risalenti al periodo Romano, hanno evidenziato una consistente
quantità di sepolture . E' stata riportata alla luce la
cripta sottostante all' altare maggiore e le fondamenta di diversi
edifici che si sono susseguiti nei secoli, tanto da costituire un
parco archeologico.
Nei locali vicini alla sacrestia della chiesa è stato
allestito un museo che documenta tutte le fasi degli scavi sin ora
eseguiti.
Collegiata di San Francesco
Nel 1265 il cardinale Simone Palatinari
benediceva la prima pietra della nuova chiesa di San Francesco i
cui lavori, probabilmen
te, erano già terminati nel 1281, anno di fusione di una
campana collocata ancora oggi nel campanile.
Di questa primitiva costruzione restano alcune testimonianze
architettoniche, quali archetti di centina e motivi decorativi
nelle parti interne della torre campanaria. Nel 1528 si costruisce
il nuovo chiostro nel convento adiacente e dieci anni dopo viene
ampliata la vecchia chiesa.
Ciò nonostante essa agli inizi del Seicento risultò
angusta ed artisticamente superata, cosicché negli anni
1638-1639 viene ricostruita secondo i gusti dell'epoca. Nel
Settecento alcuni terremoti, e in particolare quello del 1727
rendono necessari nuovi lavori. Nel 1749 viene portata ultimata la
costruzione del convento, mentre tra il 1752 e il 1759 viene
innalzata la nuova chiesa secondo il progetto dell'architetto
Arcangelo Vici di Arcevia. Questa nuova chiesa agli inizi del XIX
secolo è "in ottimo stato" e ricordata come "forse la
migliore delle chiese del Comune e per la sua struttura e per la
sua vastità. E ben situata, asciutta e salubre". Pertanto
si chiedeva "di traslocarvi la parrocchia come il locale più
adatto per tutti i rapporti". Ciò in effetti avvenne intorno
agli anni trenta del secolo XX confermandola sede parrocchiale fino
ai giorni nostri. La chiesa, dalla facciata incompiuta è a
croce latina ad un'unica navata con cappelle laterali, transetto
sormontato da cupola ed abside. Conserva tre dipinti di Claudio
Ridolfi: l'Annunciazione; la Madonna col Bambino e i Santi Anna,
Giuseppe e Antonio da Padova; l'Assunzione della Vergine. Nella
terza cappella laterale a destra è custodito un prezioso
Crocefisso ligneo eseguito nel 1575 dallo scultore Donnino da
Urbino.
Accanto al primo altare ligneo, derivante dalla distrutta Chiesa di
San Pietro; a sinistra è presente la tomba di Don Giacomo
Luzietti (Corinaldo 1931 Brezzo di Bevero 1994).
Santuario Diocesano di Santa Maria
Goretti
La chiesa di San Nicolò, nota come chiesa
di Sant'Agostino, ora santuario di santa Maria Goretti, e
l'adiacente ex monastero vennero costruiti nelle forme attuali nel
corso del XVIII secolo. Precede il convento la chiesa la cui
costruzione risale agli anni 1740-1756, mentre
l'edificio monastico fu realizzato tra il 1767
e il 1780 su disegno dell'architetto corinaldese Giuseppe
Carbonari Geminiani. L'antica chiesa medievale di San
Nicolò , rimase inglobata nell'edificio conventuale in
occasione della nuova edificazione settecentesca. Di questa
chiesa, che oggi ospita al piano inferiore la sala del costume
ed in quello superiore la Biblioteca comunale, rimane traccia
nella parte dell'edificio rotondeggiante posizionato
all'inizio di via del velluto, che in origine doveva essere la
sua abside. Questa chiesa, al pari di altri complessi
architettonici appartenenti ad altri ordini religiosi
soppressi, prima dal regno napoleonico e poi successivamente
all'annessione al regno d'Italia, venne sottratta agli
eremitani agostiniani e passò tra i beni dello Stato di
cui ancora fa parte. L'attuale edificio ha un elegante
facciata in laterizio con lesene le cui basi e capitelli sono
in calcare. L'interno ad un unica navata, a croce latina, con
cupola e lanterna nell'area del transetto, è un bell'
esempio di tarda architettura barocca, non priva di eleganza
nella varietà degli effetti pittorici e scenografici.
Nella chiesa sono conservate numerose opere d'arte:
un'Annunciazione seicentesca, copia di Federico Barocci, un
Martirio di San Bartolomeo di Cesare Maggeri, una Madonna col
Bambino e i Santi Monica, Domenico, Nicola di Mira, Antonio
Abate e Agostino di Carlo Maratta, e affrescate nei pennacchi
sferici della cupola, la Prudenza, la Giustizia, la Temperanza
e la Fortezza. Sopra la porta d'ingresso una grande cantoria
lignea con rivestimento dello stesso materiale, racchiude un
prezioso organo, opera del 1767 di Gaetano Antonio
Callido.
Contenuta all' interno dell' altare maggiore in marmo bianco di
Carrara una statua lignea di Santa Maria Goretti ed un' urna in
argento contenente l'osso del braccio della Santa , con il quale
la Martire tentò di difendersi dal suo aggressore.
Entrando a sinistra , la tomba di Mamma Assunta deceduta a
Corinaldo nel 1954, mentre a destra quella di Allessandro
Serenelli, assassino delle giovane Santa.
Chiesa del Suffragio
La chiesa del Suffragio, fondata dall'omonima
confraternita, venne qui eretta per volontà del capitano
Pier Agostino Orlandi che donò allo tale scopo
parte di una propria casa demolita. I lavori per la sua
costruzione terminarono alla fine del 1640 e il sei gennaio
successivo venne solennemente benedetta da don Luigi
Brunori.
Il giorno prima, sull'altare maggiore della medesima, veniva
collocato il dipinto raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi
Giuseppe, Francesco, Tommaso Apostolo, Nicola e Andrea Apostolo
opera del pittore Claudio Ridolfi. Questa prima chiesa venne poi
demolita, quindi ricostruita e riaperta al culto l'anno 1779,
ricollocandovi il dipinto del Veronese che ancora l'adorna.
L'elegante facciata della chiesa, scandita da colonne, capitelli e
lesene è in cotto e termina con un coronamento a
timpano.
L'interno ellissoidale, con volta a cupola con lacunari, oltre al
già ricordato dipinto, conserva un interessante pavimento
decorato con motivi geometrici che riprendono il soffitto
cassettonato.
Chiesa della Madonna
Addolorata
La chiesa dell'Addolorata e il contiguo ex
convento delle suore benedettine vennero innalzati nella seconda
metà del XVI secolo. L'odierno complesso monastico
così edificato negli anni successivi al 1637 poggia per due
lati sulle mura urbane.
La primitiva chiesa di forma rettangolare venne demolita intorno al
1730 perché "alquanto umida per aver la strada vicino al
muro anteriore molto alta , tra il 1740 e il 1755, fu ricostruita
lattuale, consacrata dal vescovo Ippolito De Rossi il 30
settembre 1755. La nuova chiesa, nei documenti dei primi anni
dellOttocento è ricordata " di buona architettura,
asciutta, in ottimo stato e di molto comodo ".
Dedicata fin dalla sua fondazione a SantAnna , agli inizi del
novecento prese il nome attuale. Essa si presenta oggi a pianta
centrale, con cupola e lanterna , ornata da un elegante e ricco
interno rococò con tre altari e quattro pregevoli porte
lignee sormontate da tele raffiguranti santi benedettini.
Nellaltare maggiore sono conservate la statua del Cristo morto e
della Madonna Addolorata che vengono portate in processione per le
vie della città la sera del Venerdì Santo. Nella
cantoria lignea sopra la porta dingresso è situato il
pregevole organo del 1766, opera di Gaetano Antonio Callido, che
aveva una figlia tra le suore del convento benedettino.
Campanile di San Pietro
Nellomonima piazza, si innalza il
campanile della non più esistente cinquecentesca chiesa di
San Pietro. Lantica pieve, poi collegiata venne demolita nel 1870,
perchè pericolante. Al suo posto troneggia un grande
cedro dellHimalaya, oggi alto 43 metri e con la chioma di 45.
Fu piantato in quel luogo, sembra, da un anticlericale
affinchè non vi si ricostruisse un altro edificio
religioso.
Chiesa di SantAnna
La chiesa di SantAnna venne costruita nei primi
anni del XVI secolo per opera dellordine ospedaliero di Santo
Spirito a cui appartenne, ininterrottamente, sino alla soppressione
dellordine decretata da Pio IX. La chiesa con il contiguo ospedale
sorgeva dove si trova ancora oggi e il suo rettore era nominato dal
precettore dellordine, nel corso del XVI secolo perde la sua
caratteristica di luogo assistenziale e del suo ospedale non si
hanno più notizie.
Durate lo stesso secolo SantAnna venne eletta Patrona di
Corinaldo, così come è attestato dai diversi
documenti dell epoca. Questa scelta venne confermata dalla Sacra
Congregazione dei Riti il 20 marzo 1728.
Lattuale edificio risale alla seconda metà del XVIII secolo e conserva il pregevole affresco della fine del XV secolo dove sono rappresentati SantAnna che tiene sulle ginocchia la Vergine che, a sua volta, regge il Bambino benedicente. Lopera e forse da attribuire al pennello di Francesco di Gentile da Fabriano, geniale pittore, attivo nella zona tra la fine del XV e inizio del XVI secolo.
Santuario della Madonna dellIncancellata
In località "Casalini" o "Pozzo Antico"
sorgeva una piccola edicola sacra dove era dipinta unimmagine
della Vergine che allatta il B
ambino. Tale "figuretta" era di proprietà della famiglia
Martinelli di Corinaldo che nel 1586 la donò
allArciconfraternita del Gonfalone di Corinaldo già
proprietaria della Chiesa di Santa Maria di Piazza.
Negli anni successivi ledicola, posta più a valle rispetto
alla chiesa attuale, venne trasportata dove si trova attualmente e
attorno ad essa fu costruita una prima piccola chiesina che
corrisponde allodierno presbiterio delimitato dalla
cancellata.
Successivamente laccorrere di un grande numero di fedeli e
pellegrini che vi si recavano per adorare la sacra e miracolosa
immagine convinse i confratelli del Gonfalone ad erigere una casa
per il custode e una loggia per il ricovero dei pellegrini,
trasformata poi in chiesa.
Davanti ad essa correva un piccolo rivo dacqua che fu convogliato
in un pozzo dentro la chiesa e dalla quale provenivano miracolose
guarigioni. Prelati, cardinali, principi assieme a semplici uomini
accorrevano numerosi per venerare questa sacra icona e per bere o
lavarsi in questa prodigiosa acqua. Nel 1690 la chiesa venne
ricostruita completamente, tranne che la parte retrostante la
cancellata, costruita nel 1625 nelle forme attuali e proprio in
quella occasione il rettore di allora, don Filippo Fontini fece
dipingere il San Gaetano ora collocato nellaltare di destra. E la
Chiesa dove Santa Maria Goretti andava a pregare.
Laffresco sopra l altare maggiore, della Madonna del latte
è stato restaurato nel 2007 ed ha messo in evidenzia sotto
due ridipinture la primitiva immagine della Madonna, risalente al
tardo rinascimento di scuola Umbro Marchigiana, probabile scuola
del Pinturicchio.
Chiesa di San Giovanni Battista e convento
dei Padri Cappuccini
La chiesa di San Giovanni Battista dei Padri
Cappuccini, con ladiacente convento, venne costruita agli inizi
del Seicento nel luogo d
ove fin dal XII secolo esisteva un edificio sacro dedicato al
Battista. La chiesa nel corso dei secoli non ha subito rilevanti
modifiche, ma semplici lavori di manutenzione, così come per
il convento che ospita i religiosi dellordine fondato da
Frà Matteo da Basso. La facciata è preceduta da un
portico ricostruito negli anni sessanta del XX secolo. Linterno
è a navata unica con due cappelle a sinistra. Nella prima,
racchiuso in un armonioso altare ligneo scolpito e intagliato e dal
sobrio disegno architettonico, cè un dipinto raffigurante
la Madonna col Bambino e Santi francescani datato 1745 e attribuito
al pittore fermano Filippo Ricci. Nella seconda cappella, si trova
un altro identico altare ligneo opera di un ignoto ebanista
marchigiano attivo nella prima metà del Seicento, autore,
oltre che dei due altari laterali, anche di quello maggiore della
chiesa. Il complesso dellaltare maggiore che divide la chiesa dal
coro è di grande effetto scenografico, linsieme di colonne,
capitelli, trabeazioni, cornici, elementi fogliari e conchiglie,
è di grandi dimensioni e racchiude al centro un Battesimo di
Cristo di Ercole Ramazzani. Sempre nell altare maggiore sono
presenti altri tre dipinti di stile tardo manierista di un ignoto
pittore marchigiano della prima metà del XVII secolo
raffiguranti: a sinistra ladorazione dei pastori, a destra
ladorazione dei Magi e in alto Dio Padre. Nel coro sono conservate
tele raffiguranti, un San Felice da Cantalice e una Madonna col
Bambino dipinte da Claudio Ridolfi.
Chiesa di Santa Maria della Misericordia e le chiese di campagna
Sulla strada che congiunge Corinaldo a
Castelleone di Suasa a, a circa due chilometri su un crinale che
guarda le vallata del fiume Cesano si trova la piccola chiesa
bianca di Santa Maria della Misericordia. All'interno su un altare
ligneo seicentesco una pala d' altere dedicata alla Madonna di
scuola Ridolfiana.
E' un tipico esempio di chiesa di Campagna, altri, sono presenti a
Madonna del Piano nella già citata Santa Maria un Portuno, a
Sant'Isidoro, a San Vincenzo, a San Domenico, a Santa Apollonia, a
San Bartolo di Corinaldo, a San Bartolo di Monterado e presso la
Contrada Ville.